QUALE PSICO-APP TI SERVE PER PROGREDIRE? SCARICALA!

Inutile negarlo, per quanto io non sia una fan sfegatata del mondo Apple pur possedendo l’Iphone d’ordinanza, non posso fare a meno di apprezzare la capacità di questi influencer per dirla nel loro linguaggio, di creare abitudini, modelli e  condizionamenti di una potenza davvero inaudita.

Dal sole della California, terra ricca di possibilità e di aperture quanto mai cariche di energia, più precisamente dalla ridente località di Cupertino, un gruppo di menti creative ogni giorno lavora per continuare ad alimentare i nostri bisogni sempre più raffinati in tema di tecnologie di comunicazione.

E quindi? Beh quindi invece di parlarne, subirli, adattarmici quasi passivamente e basta, ho deciso di usarli a mio e nostro vantaggio, perché tale e tanto POTERE va sfruttato e bisogna farlo con piena consapevolezza .

Dopo questa premessa voglio allora condurvi a fare un gioco di IMMAGINAZIONE CREATIVA e, udite udite, darvi un ulteriore utilizzo del nostro amato/odiato mondo tecnologico, un uso diciamo così…EVOLUTIVO!

Siete pronti? Rilassatevi, mettetevi comodi e partiamo!

Immaginiamo la nostra MENTE sempre così indaffarata, come una grande riserva illimitata, un contenitore, anzi meglio un magazzino, ecco, uno STORE appunto! Cosa ci troviamo dentro? Si ok un sacco di cose e pensieri e progetti, ma anche un sacco di potenzialità, di possibilità di sviluppo e da sviluppare che si chiamano appunto APP, che poi è l’abbreviazione lo sapete di APPLICAZIONI, bene ci siete?

Ora che siamo entrati nello Store dobbiamo cercare di orientarci tra tutto questo contenuto, e iniziare intanto a capire cosa ci manca e cosa ci serve per progredire nella nostra strada di sviluppo. Proviamo a farci questa domanda:

SE POTESSI SCARICARE UN’APP CHE MI AIUTI A FARE IL PROSSIMO PASSO, COME SAREBBE? Quali contenuti avrebbe, cosa mi aiuterebbe a fare?

Attenzione però, io non sto parlando di acquisire abilità cosiddette comuni ma quelle abilità o meglio QUALITÀ che mi aiutano a fare tutto il resto, potremmo dire delle META-ABILITÀ.

UN ESEMPIO

Allora se io sto lavorando ad un progetto nuovo, un progetto importante per la mia vita professionale e sento che va tutto bene ma…avrei bisogno di crederci di più per convincere i colleghi quando ci sarà la presentazione che, uh mamma mia, è solo tra 3 settimane e il tempo vola…beh allora l’APP che mi servirà scaricare dal mio store sarà proprio FIDUCIA!

Questo esempio vale per tutte le App che pensate vi servano in relazione al momento in cui siete.

La bella notizia è che questo Store è fornitissimo!!! Posso trovare proprio tutto, anche quello che credo di non avere, perché semplicemente è tra i prototipi e devo usarla per renderla attiva e replicabile.

IL METODO

Si avete ragione, come si fa ancora non ve l’ho detto e allora ecco qui, pochi semplici passi per procedere al download della vostra App:

  1.     Selezionare l’App da scaricare, avendo cura che sia proprio quella più adatta e utile in questo momento. Importante è identificarla bene senza timore: se ho paura di non farcela quello che mi serve è fiducia; se so che è tutto a posto, che ho tutto per lanciare quel progetto, per iscrivermi a quel corso di…ballo, tai chi ecc., allora si tratta dell’APP del Coraggio e così via…
  2.     Avviare il Download senza fretta ma rispettando la gradualità del processo: non sarò la persona più coraggiosa del mondo domani (se sto scaricando il coraggio) ma potrò iniziare a vedermi come dotato/a di questa qualità e prenderci confidenza, magari osservando con più attenzione le persone che vicino a me pare abbiano già abilitato l’App.
  3.     Completare il download con successo. Ovvero portare il processo fino in fondo e scaricare anche le più remote briciole di coraggio/fiducia/creatività/entusiasmo presenti per essere sicuri di avere tutto quel che ci serve!
  4.    Procedere all’installazione dell’App avviando la modalità COME SE: quando si installa una nuova qualità per acquisirne tutte le funzionalità dobbiamo rappresentarci un po’, giocare a far finta di essere già come Braveheart prima di sentire che il Coraggio lo abbiamo proprio fatto nostro ad esempio. Il Come se è un gioco serio: devo comportarmi e pensare e sentire proprio come se fossi in pieno possesso della App che ho scelto: mi raccomando!
  5.   Aprire l’App e procedere all’utilizzo completo: siamo pronti e ce ne accorgiamo perché di fatto ci sentiamo diversi, un po’ nuovi, con qualcosa in più e quel progetto, quella prova, ora sembrano più semplici.

L’ultima raccomandazione riguarda gli AGGIORNAMENTI: una App lo sappiamo va aggiornata e anche le nostre hanno ahimè questa necessità, quindi teniamo in forma quanto scaricato e installato, verifichiamo lo stato di funzionamento con regolarità e revisioniamola, perché nuove forme più evolute e raffinate sono sempre possibili e mantengono tutto il Sistema bello efficiente.

Se poi avete bisogno dell’ASSISTENZA per qualsiasi delle fasi o per fare un download accompagnato, contattatemi qui info@chiaradamilano.com e sarò felice di aiutarvi!

 

IL MANAGER INTERNO: Conoscilo, comprendilo, usalo – 1

Sappiamo forse già (se mi seguite da un po’ certamente lo sapete) quanto siamo complessi e quante siano le possibilità di cui siamo pieni. Complessi in ogni nostro livello o parte: dal corpo fisico – di suo una macchina meravigliosamente complicata e articolata – a quella massa informe e (spesso) disordinata e poco chiara che sono le nostre emozioni, fino a giungere alla nostra mente occupata spesso fino all’orlo (del nostro conosciuto) da pensieri di ogni tipo.

A ben pensarci sembrerebbe a volte quasi un miracolo che tutto riesca a stare insieme e, magari, anche risultare armonico nella sua espressione!

Beh, non di miracolo si tratta, ma di sapiente e costante opera di coordinamento che giorno dopo giorno, anno dopo anno, anche a nostra insaputa, viene portata avanti dal nostro MANAGER INTERNO ovvero la nostra PERSONALITA’!

Un termine che conosciamo di sicuro ma che necessita di essere riempito di significato e di valore perché diventi concreto e si impregni di materia palpabile e quindi…gestibile.

Per molti forse sarà più facile parlare di carattere, di fatto non è qualcosa di granitico ma un’entità attraverso cui esprimiamo un coordinamento più o meno ordinato dei livelli di cui sopra. Più lo facciamo con consapevolezza e più questo coordinamento risulterà armonico e il nostro Manager starà facendo bene il suo lavoro.

Ok direte voi, fin qui tutto chiaro, ma come si fa?

Amici talentuosi, viaggiatori curiosi, non si fa ma si costruisce con lavoro costante e consapevole dal momento che si è scelto di conoscere il Manager, comprenderlo nella sua azione e infine utilizzare al meglio le sue capacità.

Possiamo allora definire un piccolo primo percorso a step per avvicinarci al Manager, un percorso che si snoda attraverso alcune domande di cui eccovi le prime:

1)   Quanto e come conosco il mio corpo fisico? Sono in grado, osservando, di percepirne i segnali e le sensazioni che mi rimanda?

2)   Quanto conosco le mie emozioni e come si manifestano? Cosa emerge se ci rifletto su e osservo?

3)   Come si presentano i miei pensieri? Riesco a osservarne il flusso?

Ad ognuna di queste domande rispondete con calma e scrivendovi le risposte per averne traccia, magari a più riprese, seguendo il modo che più vi piace, unendo al tutto un pizzico di VOLONTA’ che sostiene e aiuta quando il tutto ci pare troppo difficile.

Iniziare a rispondere a queste domande significa avvisare il MANAGER-PERSONALITA’ che è giunto il momento di avviare una collaborazione nuova con tutti gli elementi che gli rispondono: i suoi COLLABORATORI! Per farlo il primo passo è conoscerli uno per uno e avviare una relazione.

Siete pronti allora a entrare nel VOSTRO MONDO INTERNO e iniziare ad ATTIVARE IL MANAGER?

Per ogni dubbio, perplessità, approfondimento non esitate a contattarmi: sarò felice di aiutarvi in questa prima puntata e traghettarvi alle prossime con entusiasmo.

Abbiamo tutti gli strumenti necessari, si tratta solo di accordarli per trovare ognuno la propria Melodia!

L’evidenza del Talento in azienda

L’azienda, piccola, media o grande che sia è dove pulsa la vita attiva, dove ogni giorno tutti noi con rapporti contrattuali diversi (dipendenti, consulenti, collaboratori), ci mettiamo in gioco e sfidiamo noi stessi, le nostre capacità e competenze cercando di soddisfare quella più o meno consapevole necessità di riconoscimento da parte del mondo là fuori (sempre quello il tasto dolente…)

Per questo amo questo mondo e ho scelto di  fare il counselor proprio nelle organizzazioni, perché è li che ci esprimiamo in ogni nostra sfaccettatura, è li che agiamo le nostre relazioni e i nostri modi di essere che danno origine al nostro fare e che, anche questo senza saperlo, ci portiamo in ogni aspetto della vita.

Già, ma io nelle organizzazioni (e anche fuori),  cerco di vedere le potenzialità, i Talenti e mi spendo per dare voce alla meraviglia che ci appartiene, quindi questo post lo scrivo proprio per accendere i riflettori su  QUANTO  e  COME diamo, e ci prendiamo, la possibilità di dare voce al meglio di noi!

La mia riflessione  nasce dalle esperienze che ho fatto negli ultimi mesi, in cui ho avuto modo di  confrontarmi in modo massiccio e continuativo (più del solito), con organizzazioni private di ogni dimensione. Mi sono trovata alternativamente nel ruolo di fornitore, cliente e consulente e ho avuto l’opportunità, oltre che di apprendere molto affinando le mie competenze di coach e counselor, anche di osservare come e quanto la gestione delle relazioni in ogni contesto professionale possa fare la differenza.

In particolare, ho osservato  quanto siano effettivamente utilizzate le reali potenzialità delle persone, ma soprattutto quanta attenzione vi sia a questo aspetto nel momento in cui si assegnano ruoli, compiti, responsabilità.

Purtroppo il risultato della mia osservazione non mi ha soddisfatto: ho visto troppe volte una scarsa competenza relazionale in opera da parte di chi ha ruoli gestionali e direttivi, con la conseguenza che l’ottenimento di adeguate performance qualitative ma anche quantitative in termini di risultati, diventa qualcosa di faticoso da raggiungere e a nulla servono metodi motivazionali “vecchi” e mal gestiti sull’onda “bastone&carota”.

Le persone lavorano meglio e danno di più quando fanno qualcosa che aderisce alle loro inclinazioni più profonde e, in quel caso, riescono anche a svolgere attività meno gratificanti con più leggerezza e soprattutto efficacia.

Ho visto e intuito diversi talenti non ascoltati e per questo credo sia giusto scriverne e rivolgere queste righe a quanti tra di voi e/o a voi vicino, hanno il meraviglioso e difficile compito di gestire altre persone e occuparsi della loro crescita in favore della crescita dell’organizzazione in cui sono inserite.

Il Talento in azienda può essere molto evidente se si sa guardare! Bisogna però prima imparare a guardare alle persone non come a portatrici unicamente di profitto ma come portatrici di sviluppo in senso ampio dell’organizzazione. Bisogna saper vedere le peculiarità che ognuno può dare e cercare, pur conciliando le necessità di tutti, di fare in modo che le persone possano fare ciò per cui sono effettivamente portate: questo significa sviluppare potenzialità!

Non è facile, lo so, ma gli strumenti ci sono e, a ben vedere, se utilizzati al meglio possono dare la chiave per lavorare con più efficacia e benessere ad ogni livello organizzativo, che tradotto significa produrre di più e con maggior qualità!

Lo strumento per eccellenza che in molte aziende esiste già è LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE, qualcosa che può essere asettico, inutile e solo una scheda da compilare, oppure la chiave di volta per trasformare il rendimento delle persone e renderle soddisfatte allo stesso tempo.

Se oltre a compilare una scheda includiamo nel processo di valutazione un momento di confronto e ASCOLTIAMO le persone, beh vi posso assicurare che già SOLO questo momento avrà dato la possibilità di scoprire quanta potenzialità inutilizzata, perché non conosciuta, vi cammina ogni giorno accanto.

Valutare è un’attività necessaria, ma si tratta di un processo complesso che può e deve essere utile per tutti portando valore, altrimenti diventa solo una perdita di tempo e qualcosa che almeno una volta all’anno va fatto!

Questo articolo http://huff.to/1lH5LRK rende bene l’idea di cosa accade quando le persone troppo a lungo non vengono valorizzate, senza dargli la possibilità di esprimersi al meglio.

Prima di “piangere sul latte versato” a volte conviene fermarsi e riflettere: questa è un’occasione.

Quali sono le vostre esperienze su questo fantastico mondo delle aziende? E le vostre difficoltà e/o successi? raccontatele nei commenti se volete a beneficio di tutti e continuiamo il confronto.

Ah dimenticavo! Esiste un altro strumento in grado di cambiare magicamente il rendimento delle persone, si chiama GENTILEZZA! Ma di questo parleremo un’altra volta.

 

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